SCAMMACCA DEL MURGO
Scammacca è una famiglia tradizionale siciliana che da vari secoli vive a Catania, possedendo un palazzo ottocentesco situato nel centro storico della città non lontano dalla Cattedrale Normanna. Possiede inoltre la proprietà di varie aziende agricole che producono vino, olio d’oliva, arance e altre colture tradizionali, oltre ad ospitare gli ospiti del villaggio turistico San Michele ai margini del vulcano Etna e a gestire un ristorante siciliano.
La lunga storia della famiglia è caratterizzata dal notevole contributo che i suoi membri danno da secoli alla Chiesa, alla Sicilia, alla città di Catania, oltre che alla madrepatria Italia.
Gli antichissimi ricordi di famiglia risalgono al 755 in Francia dove il primo membro ricordato degli Scammacca: Blascone, originario della Lorena, partecipò alla difesa della cristianità dagli attacchi degli arabi. Secondo questa memoria Blascone fu un guerriero così efficace che gli arabi cominciarono a chiamarlo Scanimac, che significa “terribile assassino”: da qui la parola Scammacca che da allora per tanti secoli è stata usata per chiamare la famiglia.
La famiglia servì vari re e regine nel corso dei secoli. Si trasferì nel Sud Italia nel 1266 al seguito del re di Francia Carlo d’Angiò. Diversi dei suoi membri furono premiati con ricompense importanti. Nel 1403 il re Martino il vecchio nominò Blasco Scammacca primo protomedico del regno, cioè il capo dell’amministrazione che si occupava dell’insegnamento medico e della fornitura della salute.
L’8 settembre 1409 Re Martino il giovane conferisce a Blasco Scammacca il titolo di Barone di Murgo e Caricatore dell’Agnone: il feudo, situato nella parte posteriore della grande pianura catanese era un’importante produzione di grano che veniva poi imbarcato oltremare nel porto di Agnone.
Un membro molto importante della famiglia è il beato Bernardo Scammacca del Murgo. Nato a Catania nel 1430, dopo una giovinezza molto travagliata, si innamorò di una giovane donna e improvvisamente prese la decisione di dedicarsi alla fede con lo stesso impegno che aveva speso in precedenza giocando con la sua spada e si fece prete domenicano.
All’epoca era un membro molto noto dell’ordine domenicano. Avendo compiuto vari miracoli prima e dopo la sua morte nel 1824, fu benedetto dalla chiesa. È ancora molto venerato a Catania e il suo corpo incorrotto giace nella chiesa domenicana di Catania.
Altri membri notevoli della famiglia sono Ortensio nato nel 1562, compositore di 46 tragedie e suo fratello, gesuita, che scrisse un certo numero di testi religiosi che sono conservati nell’archivio principale della congregazione, Placido Scammacca, abbazia benedettina di S. Priore l’Arena, è ricordato per il suo impegno nella protezione dell’arte.
Un membro molto particolare della famiglia è il barone Arlacaloro II che nel 1693 fu nominato capo della giustizia e senatore di Catania. Secondo una leggenda una donna molto anziana gli predisse che Catania stava per essere distrutta da un fortissimo terremoto e Alcaloro si trasferì nella sua villa nella periferia di Catania, per chiarire se la predizione era giusta.
Un quadro popolare lo riproduce seduto nella sua proprietà con un orologio in mano che fissa Catania mentre il grande terremoto dell’11 gennaio 1693 fa crollare gli edifici della città sotto i suoi colpi e gli incendi. Secondo un’altra storia inventò una pistola che sparava da entrambi i lati sia contro il colpevole che contro lo sparatore: uno strumento molto utile per sbarazzarsi dei ladri!
Il membro più recente dell’illustre famiglia è Michele Scammacca del Murgo, che ha servito nella diplomazia italiana dove è entrato negli anni 20. È stato nominato in varie ambasciate ad Addis Abeba, Parigi, Tokyio. Fu ambasciatore a Bucarest, capo del protocollo del Ministero degli Affari Esteri e ambasciatore a Bruxelles.
Suo figlio Emanuele è stato anche diplomatico servendo a New York, Washington DC, Asmara, Zurigo, Madrid, è stato anche capo del Protocollo, Ambasciatore presso la Santa Sede, Ambasciatore a Bruxelles, Sottosegretario di Stato e Ambasciatore a Mosca.